ATM – That’s how we work

Sulla scia del post di Folletto, riguardo alla pessima concezione dei nuovi biglietti dei trasporti pubblici milanesi, vorrei farvi riflettere su un ulteriore livello di ottusità dell’ATM. Come descritto dal buon Follo, i biglietti erogati al giorno d’oggi dalle biglietterie automatiche (sempre che si riesca a capire come funzionino) hanno qualche problemino grafico: non si capisce bene da quale senso inserire il biglietto nelle obliteratrici. Questo non è affatto un problema da sottovalutare, infatti non riuscire a timbrare un biglietto può portare, se va bene, a perdite inutili di tempo o, se va male, alla non timbratura del biglietto.
L’altro giorno mentre ero sulla 90, di ritorno da un’assistenza, ho assistito all’ennesimo caso di incomprensione tra utente e obliteratrice: la signora in questione ha inserito il biglietto nel senso errato e si è beccata un bel BEEEEP incazzato da parte della macchinetta con tanto di lucetta rossa. Leggermente infastidita ha ripetuto l’operazione con il medesimo risultato e, sensibilmente ingrifata, si è diretta all’obliteratrice in fondo all’autobus (nota: la 90 è un autobus lungo millemila metri). Col sorriso mi sono girato e sono stato ad ascoltare: BEEEP e imprecazione, e poi più nulla.
Ora, è vero che i controllori sono una razza in via di estinzione a Milano (rimangono solo alcuni branchi isolati che vengono di solito avvistati nelle fermate di Zara e Duomo della linea 3 della metropolitana), ma, per un doppio errore da parte dell’ATM, nel caso fossero saliti sull’autobus dei controllori quella signora avrebbe preso una multa. Parlo qui di doppio errore: il primo riguarda la grafica dei biglietti che non fa comprendere chiaramente il senso in cui inserire il biglietto nell’obliteratrice, il secondo è l’obliteratrice stessa.

E qui va a parare la mia accusa nei confronti dell’ATM: perchè cavolo hanno preso dei lettori che possono leggere solo in un senso?

Come alcuni sanno collaboro con una società di gestione ingressi che produce tessere identificative (i così detti “badge”) per vari eventi e monitora appunto gli ingressi a tali manifestazioni con vari tipi di apparecchi, che possono andare dalle pistoline laser ai più classici lettori di schede, simili a quelli che si trovano in metropolitana. Questi lettori di schede però sono più “intelligenti”: in qualsiasi senso un utente inserisca la scheda essa viene letta correttamente.
Ok, voi mi direte “Si ma questi lettori non devono obliterare il biglietto come fanno gli apparecchi dell’ATM”. Vero. Creare un’obliteratrice con stampa e lettore magnetico da ambo i lati in effetti sarebbe stato troppo costoso e poco furbo. Da quello che ho visto in giro l’utente medio alle prese con le obliteratrici ATM inserisce sempre il biglietto dal lato corretto (con la grafica rivolta verso l’utente e la fascia magnetica sul retro) mentre non ha ancora capito il verso in cui inserirlo. In fin dei conti per risolvere il problema basterebbe un apparecchio in grado di leggere il codice magnetico in entrambi i sensi e stop; il timbro tanto viene fatto sul retro del biglietto, dove è presente solo la banda, per cui che sia più spostato su un lato o su un altro non ha assolutamente differenza.
Sicuramente l’ATM avrà pensato che i suoi biglietti sono talmente fatti bene che non è possibile sbagliare o semplicemente non ha voluto spendere due soldi in più per acquistare apparecchi un pelo piùdecenti, ma ciò che è accaduto l’altro giorno mi ha fatto riflettere in termini di problematiche collaterali dovute a questo doppio errore di progettazione, non so a voi.